Noi non ce ne siamo accorti. Ma chi studia il Sole e gli effetti che le tempeste sulla sua superficie hanno sul nostro Pianeta ha monitorato la situazione per giorni. Perché quello vissuto, nell’inconsapevolezza generale, il 25 marzo scorso è stato uno degli eventi più straordinari e in potenza anche pericolosi che si sia mai verificato in epoca moderna. La tempesta solare che si è scatenata sulla superficie della nostra stella, infatti, ha fatto registrare una magnitudo senza precedenti. Al punto da aprire una “crepa” nel campo magnetico terrestre. Origine della tempesta, un filamento magnetico solare. Una struttura composta da gas ionizzato che viene trattenuto da campi magnetici intrecciati. (continua dopo la foto)
Si tratta di fenomeni che possono rimanere stabili per un lungo periodo di tempo. Ma quando collassano, liberano nello spazio enormi quantità di plasma. Il “bombardamento solare” è iniziato il 2 marzo con un evento di minore portata, ed è culminato con la tempesta del 25. Evento che ha creato una frattura nel campo magnetico terrestre. In questo modo, il vento solare ha interagito in modo più diretto con la nostra atmosfera. E ha causato aurore boreali visibili da luoghi che di solito non sono interessati a questo fenomeno. Il problema, in proiezione futura, è che questo tipo di eventi possono avere gravi ripercussioni sulle tecnologie che usiamo sul Pianeta. (continua dopo la foto)
La tempesta del 25 marzo ha causato blackout in molte regioni del mondo, interruzioni nelle reti di telecomunicazione e problemi ai sistemi di navigazione GPS. Gli scienziati, quindi, hanno segnalato un allarme. Che una società altamente tecnologica come la nostra non sia sufficientemente protetta da fenomeni solari e naturali di origine extra terrena. Secondo gli esperti, è necessario investire in sistemi di previsione più accurati e in infrastrutture più resistenti agli eventi spaziali estremi. Altrimenti, la prossima volta le conseguenze potrebbero anche essere disastrose.
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