Giovanni Frajese, medico endocrinologo e professore associato di Uni-Roma Foro Italico, tra le poche voci critiche delle misure pandemiche e dell’obbligo vaccinale, costatogli nel 2022 la sospensione, continua la sua battaglia per la verità e lancia altre pesantissime accuse al Sistema. Parlando dell’archiviazione dell’ex ministro della Salute Speranza, spiega come questo fatto sia un segnale evidente di “non volere fare piena chiarezza su un periodo tragico della storia del nostro Paese”. E ancora: “Non c’è la voglia di guardare in faccia la realtà, perché facendolo bisognerebbe mettere in discussione quelli che sono stati gli atteggiamenti incredibilmente violenti e discriminatori messi in atto contro chi, a ragion veduta, ha avuto il coraggio di dire le cose esattamente come stavano”. In una lunga intervista a LaVerità, Frajese è un fiume in piena. Pochi giorni fa ha partecipato a un convegno nell’Aula Magna del Polo Universitario. Alcuni suoi colleghi medici hanno addirittura contattato Repubblica per lamentarsi della sua partecipazione, segno che il clima di acredine verso chi non si è adeguato alla narrazione mainstream sul periodo pandemico è ancora forte. Ma cosa è successo davvero in questi anni? (Continua a leggere dopo la foto)
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Spiega Frajese: “Il governo e tutti gli ordini a esso collegati hanno mentito alle persone. È ora che di ciò ne venga preso atto. Per esempio, l’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha detto pubblicamente che il Green pass dava la certezza di stare tra persone che non potevano contagiare, ma era una menzogna. Il vaccino non era mai stato testato per questa ragione, fin dall’inizio era noto sia all’Aifa che all’Ema. Oggi ci si deve fermare un secondo e rendersi conto di cosa non ha funzionato”. Poi l’attacco al governo Meloni: “Siamo a quasi due anni dall’insediamento del governo e ancora la commissione non è stata istituita. Non vedo dall’attuale esecutivo, al momento, la voglia di far chiarezza. Eppure dovrebbero essere decisi a comprendere tutto quello che è stato fatto. Parlo di lockdown, distanziamento sociale, mascherine e vaccinazione, quali sono stati gli effetti reali nella vita, non quelli propagandati fin dall’inizio. E gli effetti reali, documentati dalla letteratura scientifica, hanno bocciato tutte queste misure, anzi si è arrivato anche a mettere nero su bianco che, per esempio, il distanziamento sociale non aveva nessuna base scientifica, le mascherine non impediscono la trasmissione, anzi possono causare tutta una serie di problemi, eppure ancora oggi se si entra negli ospedali viene richiesta la mascherina come se fosse un dispositivo di protezione, non si sa bene da che cosa. Allo stesso modo, il lockdown ha creato una serie di problemi che stanno scontando soprattutto i nostri giovani, con una percentuale di ragazzi, e soprattutto ragazze, che soffrono di depressione”. (Continua a leggere dopo la foto)
Cosa dovrebbe fare il governo per le vittime di effetti avversi? Risponde Frajese: “Due cose: intanto prendersene carico, e secondo sdoganare la possibilità di fare ricerca scientifica seria sugli effetti collaterali, il che significa capire il meccanismo di eziopatogenesi, cioè che cosa sta causando il danno. Queste persone vivono in una condizione di grossa sofferenza giornaliera oramai da più di due anni, alcune arrivano a togliersi addirittura la vita perché non hanno la prospettiva di poter guarire o di essere presi sul serio. Abbiamo assistito anche qui a un comportamento vergognoso da parte della classe medica che trattava la maggior parte di queste persone come pazienti psichiatrici. È necessario che invece i sanitari prendano atto che l’esperimento farmacologico, perché di questo si è trattato, doveva essere eseguito con una farmacovigilanza attiva, proprio per poter registrare tutto quello che eventualmente sarebbe derivato e che non potevamo conoscere, visti i pochi tempi di sperimentazione”. E poi, il tasto più dolente: “Abbiamo assistito a una cosa che non era mai accaduta nella storia dell’umanità, cioè abbiamo fatto entrare in una sperimentazione di massa i piccoli dai 5 anni in su, dicendo che era importante proteggere i nonni dall’eventuale contagio della patologia. Abbiamo sperimentato sui bambini, sulla base di una menzogna. Queste menzogne venivano direttamente dall’Oms”.
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