Nel centrodestra che esulta dopo la convincente vittoria in Abruzzo, che ha scacciato i fantasmi che si erano affacciati dopo la sconfitta alle Regionali in Sardegna, c’è un partito che non esulta. Perché in un certo senso è uscito “perdente dalla vittoria”. Stiamo parlando della Lega, che dopo il crollo sardo (3,7% dei voti raccolti, sia pure in una situazione particolare), ora deve registrare un nuovo calo dall’8,1 al 7,6% dei consensi. Non una discesa a picco, ma un dato che conferma un trend. Peggiorato da un’altra circostanza. Cioè il sorpasso piuttosto netto subito da parte di Forza Italia. L’asse della coalizione sembra dunque spostarsi verso il centro. E il leader dei padani, Matteo Salvini, sembra sempre più solo alla guida del partito. (continua dopo la foto)
Il Segretario leghista, dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, aveva cercato di attrarre i voti di Forza Italia. E si era proposto come unica vera alternativa alla Meloni, con tanto di frecciate poco gradite dall’interessata. Ma la strategia sembra essere fallita in modo piuttosto fragoroso. In molti si chiedono quindi cosa farà adesso Salvini. Ci sono molte ipotesi. Qualcuno si chiede se il leader leghista si prepari a far saltare il banco, come ai tempi del governo gialloverde. Ma sarebbe una soluzione rischiosa, visto che dopo la rottura con i grillini la Lega passò molto tempo all’opposizione. In realtà, le principali preoccupazioni di Salvini vengono dall’interno del suo partito. Paolo Grimoldi, ex fedelissimo di Umberto Bossi, gli ha chiesto espressamente di “fare un passo di lato” e di togliere il suo nome dal simbolo per le europee. (continua dopo la foto)
Un altro fronte che potrebbe rappresentare una minaccia per il segretario viene dalla fronda dei governatori. In Veneto, i leghisti starebbero valutando l’opzione di correre da soli, affidandosi a liste civiche. Che con Luca Zaia, uno dei possibili candidati alla futura segreteria, sono sbocciate su tutto il territorio. Ma non c’è solo Zaia. Altri possibili candidati alla guida del Carroccio potrebbero emergere, magari proprio grazie agli eventuali consensi raccolti alla Europee. E Salvini, oggi, si trova alla guida di un partito sempre più frazionato e insoddisfatto. Se alle elezioni continentali dovesse registrarsi un altro flop, o l’emergere di un candidato forte, il rischio di un avvicendamento ai vertici potrebbe essere concreto.