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Armi nucleari in Iran, “situazione fuori controllo”. Allarme dei diplomatici di Stati Uniti ed Europa. E anche la Russia…

L’allarme arriva dai diplomatici americani ed europei, ma per una volta coinvolge anche la Russia. Lo ha scritto il “Guardian” nella sua edizione di ieri: la preoccupazione è che il programma nucleare di Teheran, a causa della destabilizzazione provocata dal conflitto a Gaza, stia rafforzando le fazioni iraniane più estremiste. Quelle che sostengono lo sviluppo di armi nucleari da parte del Paese islamico. La preoccupazione è aumentata dopo le elezioni parlamentari iraniane della scorsa settimana. Come riporta il giornale britannico, Usa e partner europei hanno denunciato la mancanza di cooperazione dell’Iran sul suo programma nucleare. E hanno lanciato l’allarme. “Non c’è continuità di conoscenze sulla produzione e stock di centrifughe, rotori ad acqua pesante e concentrato di uranio”, ha spiegato il direttore dell’Aiea (l’agenzia internazionale per l’energia atomica) Rafael Grossi. (continua dopo la foto)

Ciò significa, in parole semplici, che crescono i timori per la possibile produzione di armi nucleari da parte dell’Iran. Una prospettiva che segnerebbe un’ulteriore preoccupazione in un contesto internazionale già tesissimo. Anche perché la Repubblica Islamica non collabora ed è imprevedibile. Legata a dinamiche interne che potrebbero causare problemi a tutti. Tanto che anche Mikhail Ulyanov, rappresentante Russo presso le organizzazioni internazionali a Vienna, ha condiviso l’allarme dei colleghi occidentali. “La situazione iraniana è piena di pericoli e rischia di finire fuori controllo”, ha detto il diplomatico, addebitando la colpa agli Stati Uniti per essere usciti dall’accordo internazionale sul nucleare iraniano. (continua dopo la foto)

L’urgenza del dossier aumenta, sottolinea il Guardian, perché l’Iran sta arricchendo l’uranio a un livello molto vicino al 90%, “ma anche perché negli ultimi mesi esponenti della Repubblica Islamica hanno messo in dubbio gli scopi esclusivamente pacifici del programma nucleare iraniano”. Anche Kasra Aarabi, rappresentante di United Against Nuclear Iran, ha puntato il diro contro l’attuale governo Usa: “Il rifiuto dell’Amministrazione Biden di imporre conseguenze dirette all’Iran nonostante gli atti di aggressione del 7 ottobre”, ha spiegato, “ha incoraggiato il regime iraniano e fatto credere alla Guida Suprema, Ayatollah Ali Khamenei, e ai Guardiani della Rivoluzione che il regime possa passare all’escalation senza ripercussioni”. (continua dopo la foto)

Ma ora, conclude il quotidiano britannico, gli Stati Uniti starebbero perdendo la pazienza di fronte all’ostruzionismo iraniano. Anche perché sanno che armi nucleari in possesso della Repubblica Islamica sarebbero molto meno “controllabili”, anche diplomaticamente, rispetto a quelle in possesso delle superpotenze. Che fungono da deterrente verso lo scoppio di una Guerra che, come tutti sanno, avrebbe conseguenze devastanti per il Pianeta e per i suoi abitanti. Le risposte di Teheran alle domande sul materiale nucleare trovato in tre siti dagli ispettori dell’Aiea, che pure nei loro controlli devono subire molte limitazioni, secondo l’associazione non sarebbero credibili. E ora il rischio di un’Iran potenza militare nucleare viene considerato concreto e coinvolge le diplomazie di tutto il mondo.

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