La situazione ora rischia davvero di precipitare. Vladimir Putin starebbe preparando il terreno per nuove aggressioni oltre quella ucraina, sfruttando il pretesto dell’attentato a Mosca. Il primo obiettivo – stando alle fonti di intelligence – potrebbero essere i Paesi baltici, a partire dall’Estonia. Questo perché sarebbe il Paese più facile da attaccare e rientrano nei confini dell’impero sovietico che il capo del Cremlino intende resuscitare, avendo già dichiarato che la sua dissoluzione è stata la più gande tragedia della storia recente. In questo senso, l’estensione delle accuse agli Usa e i loro alleati è preoccupante, perché sembra puntare oltre Kiev, con la possibile finalità di giustificare rappresaglie in altre regioni. L’Estonia, che ha una significativa popolazione di origine russa, potrebbe fornire la stessa scusa usata per aggredire il Donbass, ed è membro della Nato. Per questo gli alleati stanno già fortificando le loro difese, e in base all’Articolo V sarebbero costretti a intervenire in loro difesa, correndo il rischio della Terza guerra mondiale. Ma c’è un altro campanello d’allarme… (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Servizio militare obbligatorio”. L’Europa (e l’Italia) si prepara al peggio: il campanello d’allarme e il ritorno al passato
La Nato fa sapere in via ufficiosa di aver portato il corpo di reazione rapida da 40 mila a 100 mila uomini sul fianco orientale. E in Europa, come avevamo anticipato in un precedente articolo, prende sempre più quota il dibattito sulla reintroduzione del servizio di leva obbligatoria. “C’è la necessità di un serio dibattito sulla coscrizione” ha esordito il presidente della Lettonia Edgars Rinkéviés in un’intervista al Financial Times: “Nessuno vuole combattere. Ma nessuno vuole nemmeno essere invaso”, ha proseguito il presidente della piccola Repubblica che confina con la Russia. Non è un caso che l’avviso venga proprio da loro, che, come dicevamo, ora sono a serio rischio invasione. I tre Paesi Baltici hanno tutti un servizio di leva obbligatorio per gli uomini. L’ultima a reintrodurlo è stata proprio la Lettonia lo scorso anno. E il resto d’Europa? (Continua a leggere dopo la foto)
La Lituania lo aveva già fatto nel 2015, mentre l’Estonia non l’aveva mai sospesa. La Danimarca lo scorso 13 marzo invece ha annunciato di voler percorrere la strada di Svezia e Norvegia, cioè estendere la leva obbligatoria anche alle donne a partire dal 2026. Il periodo di coscrizione sarà inoltre portato da quattro a undici mesi, con l’obiettivo finale di aumentare il numero degli effettivi e il livello di preparazione. Anche la Germania, e questo allarma davvero, si sta muovendo. Il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius da mesi insiste per aprire un dibattito sulla reintroduzione di un servizio di leva. Il modello che ora i principali Paesi intendono seguire è quello della Svezia. Come funziona? (Continua a leggere dopo la foto)
A 18 anni fa compilare un questionario formulato dalla Commissione di leva. Dei circa 110.000 che rispondono, solo una piccola parte, circa 28.000, ricevono l’invito a sottoporsi alla visita medica. E poi? Come spiega LaStampa, di questi appena 8000 vengono selezionati per l’addestramento fino a 15 mesi. Chi fa obiezione di coscienza viene invece indirizzato all’equivalente del servizio civile obbligatorio. Anche in Francia il dibattito ora ha preso piede, così come in Italia. E questi sono tutti segnali nefasti. Vuol dire che c’è paura e che il rischio è sempre più concreto.
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