Mettetevi comodi e gustatevi le parole che l’ex ministro della Salute Roberto Speranza ha detto davanti ai giudici del tribunale dei ministri sulla vicenda Covid e vaccini. Una volta lette, infine, vi verrà da chiedervi, come è successo a noi, come è stato possibile che il caso sia stato archiviato. Cioè, il perché lo sappiamo, e la cosa ci lascia ancora più basiti… Dai verbali dell’interrogatorio, raccolti da Francesco Borgonovo e Alessandro Rico su LaVerità, emergono – come sottolineano i due giornalisti – “una serie impressionante di contraddizioni, bugie e arrampicate sugli specchi“. Ad esempio, quando gli viene chiesto delle trattative che avevano portato all’acquisto dei vaccini, Speranza dice: “Tutti i contratti con le compagnie farmaceutiche, sono stati sottoscritti dalla Commissione europea. I Paesi membri hanno dato mandato alla Commissione europea di contrattare, e successivamente sottoscrivere, questi contratti, perché i negoziati separati Stato per Stato avrebbero comportato condizioni contrattuali, probabilmente, peggiorative” di fronte alle multinazionali del farmaco. Ma ciò che non torna della versione dell’ex ministro è un altro dettaglio… (Continua a leggere dopo la foto)
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Speranza in un post su Facebook del 13 giugno 2020 annunciò: “Insieme ai ministri della Salute di Germania, Francia e Olanda, dopo aver lanciato nei giorni scorsi l’alleanza per il vaccino, ho sottoscritto un contratto con Astrazeneca per l’approvvigionamento fino a 400 milioni di dosi di vaccino da destinare a tutta la popolazione europea”. Notate quell'”ho sottoscritto”. E cosa dice ai magistrati, invece? “Noi non abbiamo mai firmato un contratto, cioè io personalmente non ho firmato contratti, non ho fatto trattative, perché sono state delegate alla Commissione europea. lo personalmente non ho mai firmato contratti con aziende farmaceutiche”. Ragiona Borgonovo: “Delle due l’una: o Speranza ha mentito agli italiani, oppure non l’ha detta giusta alle toghe”. Speranza però insiste sul punto: “Io non ho trattato in nessuno modo. Non era mia competenza, io da ministro davo l’indirizzo politico”. Ma la presidente del collegio non ci sta e chiede all’ex ministro lo scopo per cui erano stati autorizzati i vaccini. E qui Speranza inanella una serie di incertezze su cui riflettere. (Continua a leggere dopo la foto)
Come da verbale, risponde Speranza: “Contrastare la diffusione del virus e le conseguenze che la diffusione del virus aveva sulla popolazione e sul Servizio sanitario nazionale. Quindi contenere, provare a limitare i danni della pandemia”. Il magistrato allora domanda: “I vaccini sono stati autorizzati per la cura della malattia, o come prodotti per prevenire il contagio, e impedire la trasmissione del virus?”. E Speranza: “Sì, la malattia arriva se nel corpo di una persona arriva questo virus, la malattia non arriva se non c’è il virus nel corpo dell’uomo”. Poi aggiunge: “L’obiettivo (del vaccino, ndr) non avviene sempre pienamente, ma la contiene”. E ancora: “Nel caso in cui un vaccinato contrae il Covid, […] mediamente i casi sono meno gravi”. Sembra, dunque, come sottolineano Rico e Borgonovo che si stesse, appunto, procedendo a tastoni: “Le leggi – scrivono – non devono procedere per approssimazione: un obbligo vaccinale stabilito per la «prevenzione del contagio» è diverso da uno che mira a «contenere» la gravità della malattia, o a «evitare che il Covid esplodesse»”. Infatti la contraddizione di Speranza è stata palesata dalla realtà, perché come sappiamo il Covid poi è esploso ugualmente.
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