Sta suscitando scalpore, in Spagna, la decisione del giudice della Corte di Madrid Santiago Pedraz. Che il giorno 22 marzo ha emesso un’ordinanza di blocco dell’applicazione Telegram su tutto il territorio spagnolo. Il motivo è da ricercare in una causa intentata dai tre colossi dei media spagnoli Mediaset, Antena 3, Movistar e dall’Egeda, che è l’ente di gestione dei diritti di proprietà intellettuale. L’accusa è quella di violazione dei diritti d’autore. I responsabili di Telegram non hanno risposto alle richieste del giudice in merito a questa contestazione, e di conseguenza Pedraz ha ordinato il blocco del canale. La piattaforma ha annunciato un ricorso alla Corte di Giustizia Europea e ha continuato a funzionare, nonostante una seconda richiesta dei giudici perché fermasse la propria attività sul territorio iberico. (continua dopo la foto)
Nella mattina del 25 marzo, il giudice della Corte di Madrid ha tuttavia deciso una sospensione del provvedimento. In una nuova comunicazione, Pedraz chiede al Commissariato Generale dell’Informazione un rapporto sulla piattaforma Telegram e sulle conseguenze che un eventuale blocco potrebbe avere sugli utenti. Il Partito dei Pirates de Catalunya, che si è schierato accanto alla piattaforma, ha rilasciato un comunicato in cui invita a fare “attenzione, perché il giudice parla solo di sospensione temporanea del blocco. Continueremo a monitorare l’evolversi del caso e manterremo le misure di pressione finché la censura di Telegram non sarà completamente esclusa”. (continua dopo la foto)
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Gli utenti di Telegram in Spagna sono più di 8 milioni. La decisione del giudice madrileno ha scatenato un’ondata di proteste. La convinzione del pubblico è che il blocco, come minimo, sarebbe una misura sproporzionata. Anche l’associazione per i diritti dei consumatori Facua si è espressa duramente: “Sarebbe come chiudere Internet”, ha scritto in un comunicato, “perché ci sono siti Web che ospitano illegalmente contenuti protetti da copyright, o tagliare tutti i segnali televisivi perché ci sono dei segnali pirata”. Secondo molti, dietro la decisione del giudice ci sarebbe il fatto che “Telegram dà fastidio ai potenti”, visto che negli anni è diventato l’unico vero antagonista di Whatsapp. E perché offre la possibilità di inviare file di grandi dimensioni e offre maggiori garanzie di sicurezza ai propri utenti.
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