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Tasse pagate in tante rate. Arriva la rivoluzione fiscale. Ecco il nuovo decreto sulla riscossione

I debiti con il Fisco si potranno saldare con “Un massimo di 120 rate”: nell’ultima bozza del decreto legislativo di riforma fiscale, dopo il Consiglio dei ministri di oggi 11 marzo, emergono novità sulla riscossione: il governo stabilisce il saldo in dieci anni di quanto dovuto, prevedendo altresì lo stralcio dopo un quinquennio per i crediti che l’Agenzia delle Entrate non riesce a recuperare. Il massimo di 120 rate sarà sempre possibile per i debiti sopra i 120 mila euro, al ricorrere delle condizioni che tratteremo. Sotto tale cifra per le richieste presentate tra il 2025 e il 2026 si potrà arrivare a 84 rate mensili, per le richieste del 2027 e del 2028 fino a 96 pagamenti e dal 2029 si potrà arrivare a 109 rate. Il provvedimento, inoltre, mira anche a smaltire l’immensa mole dei crediti non riscossi da parte dell’Agenzia delle Entrate, che è nell’ordine di 1.206 miliardi di euro, la cui gran parte ormai non è più recuperabile. La rateizzazione delle cartelle, sinora prevista per un massimo di 72 rate, per gli atti di accertamento emessi dal primo gennaio del 2025 vedrà allungarsi il calendario dei pagamenti, dunque, con un sistema progressivo. (Continua a leggere dopo la foto)

Le nuove rate

Nel testo esaminato dal Consiglio dei ministri, la progressione si sdoppia. Il primo meccanismo riguarda i contribuenti con debiti fino a 120mila euro che dichiarino la propria condizione di difficoltà: in questo caso le rate salgono dalle attuali 72 a 84 nel 2025-26, a 96 nel 2027-28 e a 108 a partire dal 2029. Quando invece i contribuenti documentano il proprio affanno con l’Isee nel caso delle persone fisiche o delle ditte individuali o con i dati contabili (indice di liquidità; rapporto fra debito e valore della produzione), le rate potranno salire a 120 già dall’anno prossimo. Non è tutto: dal 2025 le cartelle non riscosse entro cinque anni saranno cancellate automaticamente: la bozza del decreto legislativo per il ricordino della riscossione introduce infatti il “discarico automatico” per le quote affidate all’Agenzia delle entrate “non riscosse entro il 31 dicembre per quinto anno successivo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo stralcio quinquennale

Per ottimizzare i tempi e frenare l’emergere di nuovi arretrati, aggiunge Huffington Post, il decreto attua i principi di delega che chiedono dal primo gennaio 2025 all’amministrazione di notificare la cartella entro 9 mesi dall’affidamento, imponendo, dunque, una data di scadenza quinquennale agli accertamenti.