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Ultim’ora: Assange non sarà estradato, arriva il Verdetto dell’Alta Corte. Ecco cosa hanno deciso i giudici

C’è voluto più tempo del previsto perché i giudici inglesi comunicassero la loro decisione in merito all’appello, presentato da Julian Assange, contro il decreto di estradizione del creatore di WiliLeaks negli Stati Uniti. Dove sarebbe stato processato con accuse gravissime e avrebbe rischiato di passare il resto della sua vita in carcere. Invece, l’Alta Corte ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva concesso l’estradizione. E ha negato la consegna di Assange alle autorità americane con una sentenza di 66 pagine. In cui viene chiesto fra l’altro a Washington di fornire, entro tre settimane, ulteriori garanzie sul fatto che, se mai Assange venisse estradato, i suoi diritti saranno rispettati e, soprattutto, che non rischierà la pena di morte per spionaggio. (continua dopo la foto)

Il 52enne giornalista australiano, in ogni caso, per ora resterà detenuto in Inghilterra. Assange e i suoi legali hanno vinto il processo di Appello, che era seguito in tutto il mondo per le sue molte implicazioni. Dai confini della libertà di stampa alla possibilità di divulgare notizie “scomode” carpite ai potenti della Terra. Ma la faccenda non si conclude qui. La Corte inglese, infatti, ha dato il via libera all’istanza di difesa del giornalista australiano che era stata respinta in primo grado. Ad Assange sarà quindi concesso un ulteriore appello “limitato” ad alcuni punti di fronte alla giustizia britannica contro la consegna alle autorità americane. Il 52enne australiano dovrà dunque ritornare a processo di fronte all’Alta Corte. E lì arriverà la sentenza definitiva. (continua dopo la foto)

Assange è il fondatore di WikiLeaks, un progetto iniziato in Australia nel 2006. Si tratta di un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro di stampo giornalistico. Che, grazie a un sistema di crittografia, è in grado di ricevere sotto anonimato segnalazioni, notizie esclusive e documenti sensibili. Gli attriti con gli Stati Uniti cominciano quando sul sito vengono pubblicati documenti riservati delle forze armate americane. Molti di questi documenti arrivano da fonti “segrete”. Nel 2010 il sito ottiene la sua massima diffusione, quando pubblica documenti top secret sulle guerre in Iraq e Afghanistan. Oltre ai dispacci inviati da tutto il mondo dai diplomatici americani a Washington. Nel 2016 suscitò scalpore la pubblicazione della e-mail riservate di Hillary Clinton, candidata alla Presidenza degli Stati Uniti. (continua dopo la foto)

Ma è nel 2010 che per Assange cominciano i problemi. In quell’anno gli Stati Uniti lo accusano di spionaggio e cospirazione per la pubblicazione di materiale riservato dell’esercito e dell’intelligence. Sempre nel 2010, viene accusato di violenza sessuale da due donne svedesi. Su Assange la Svezia emette un mandato di arresto internazionale. Ma i suoi sostenitori sono convinti che si sia trattato di una falsa accusa messa in piedi per screditarlo. Nel 2019 la Procura svedese lo scagionerà per mancanza di prove. Dopo aver vissuto per due anni nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra come rifugiato, nel 2019 viene arrestato dalle autorità inglesi. L’Alta Corte, nel 2022, decide di concedere l’estradizione negli Usa, dove Assange rischia una condanna a 175 anni di carcere. Ma la sentenza di oggi ribalta quella precedente, e concede al 52enne giornalista un altro appello per evitare di essere portato nelle carceri statunitensi.

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