La storia della signora Liliana, 76 anni, raccoglie in sé un insieme di sentimenti e di emozioni umane, anche se di segno contraddittorio. C’è la tenerezza nei confronti di questa anziana signora gentile, costretta a dormire in un Pronto Soccorso ormai da mesi. La gratitudine per chi le offre un riparo che altrimenti non avrebbe. Ma anche lo sconforto per l’abbandono in cui versano tanti cittadini meno fortunati. “E’ stata una cosa un po’ strana, perché avevo paura di chi entrava al Pronto Soccorso”, racconta la donna in un’intervista a Simone Giancristofaro, giornalista di Fanpage. “Poi mi è passata, perché non mi ha fatto niente nessuno”. Ma come è finita Liliana a dormire sulle sedie in plastica di un luogo in cui si recano i malati bisognosi di cure urgenti? “Ci sono arrivata perché sono finita fuori di casa”, racconta l’anziana signora, senza fornire particolari chiari sulla vicenda. (continua dopo la foto)
“Quando arriva l’inverno, mi ha consigliato un signore”, prosegue il racconto, “se sei ancora in mezzo a una strada almeno ti riscaldi”. Liliana è vedova, ha sempre abitato in casa. A un certo punto è uscita dall’abitazione dove abitava con i familiari ed è stata rimossa dall’anagrafe di un piccolo Comune in Provincia di Lodi, Sorbio. “Era irreperibile”, hanno detto a Fanpage gli impiegati del Comune. L’anziana signora, senza residenza, è una “invisibile”. Nessuno se ne può prendere cura. Interrogata dal giornalista, Liliana dice di non essere in lista per un alloggio popolare. “Anche perché a Sorbio, dove abitavo, non ce ne sono”. (continua dopo il video)
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“Mi conoscono tutti ormai, sono sempre stata trattata bene”, dice l’anziana signora, che ha rifiutato di trasferirsi in un dormitorio in cui le avevano offerto un posto per la notte. “Anche dagli infermieri, mi rispettano, sono tutti carini quando mi vedono”. Nonostante questo, il Pronto Soccorso non può essere una soluzione a lungo termine. Per cui gli assistenti sociali dell’ospedale si stanno impegnando per fare avere a Liliana una residenza in uno dei Comuni della zona. Così da poter accedere ai servizi di cui ha bisogno, dal medico di famiglia, alla ricerca di un’abitazione. Ma perché si possa riuscire ad aiutarla, sarà necessaria la sua collaborazione.